Perché all’estero non ti rispondono: alcuni errori da evvitare
Molte aziende italiane provano a entrare in nuovi mercati con e-mail e contatti iniziali che non portano a nulla. Le risposte non arrivano e si pensa che "il mercato non funzioni". Di solito non è colpa del mercato: è colpa dell’approccio.
In questo articolo vediamo gli errori più comuni e cosa fare per evitarli.
E-mail troppo lunghe o vaghe
All’estero leggono in fretta. Una mail lunga o senza un messaggio chiaro finisce nel cestino in pochi secondi.
Soluzione: Scrivere in modo semplice:
chi sei
cosa vendi
perché li contatti
cosa proponi come prossimo passo
Basta.
Materiali non adatti al mercato estero
Cataloghi troppo tecnici, troppo lunghi o senza focus commerciale fanno perdere interesse al buyer.
Soluzione: Un solo documento breve, chiaro e professionale, con:
foto pulite
punti forti
applicazioni
valore per il cliente
Nessun referente export chiaro
Se risponde ogni tanto o non tiene il filo della conversazione, il buyer perde fiducia.
Soluzione: un referente dedicato, anche solo per poche ore alla settimana.
Target sbagliato: troppo generico
Contattare 100 aziende a caso porta zero risultati.
Soluzione: selezionare pochi contatti, scelti bene in base a prodotto, settore e dimensione.
Follow-up assente o mal gestito
Senza follow-up, molte opportunità muoiono.
Eseguirlo in modo aggressivo però non funziona.
Soluzione: tre follow-up brevi, professionali, a distanza regolare.
Conclusione
La mancanza di risposta non significa che il mercato non abbia interesse.
Significa che il messaggio non è arrivato nel modo giusto.
Consiglio pratico
Vuoi verificare se i tuoi contatti sono quelli giusti?
Inizia da qui: controlla messaggi, materiali e target.
Tre elementi che fanno la differenza.

